Il retrofit elettrico: perché è una buona idea

I veicoli elettrici sono nati più o meno contemporaneamente ai veicoli con motore a scoppio ed anzi la prima automobile ad abbattere il “muro” dei 100 km/ora è stata una specie di siluro propulso da un motore elettrico (la “Jamais Contente” del belga Camille Jenatzy con 105,88 km/h nel 1899).

Questi veicoli sono poi stati confinati in un angolo dalla enorme espansione e dalla rapidissima evoluzione dei motori endotermici, favorita anche dal basso costo del carburante e dalle basse capacità delle batterie al piombo tradizionali, che a loro volta si riflettevano sulle prestazioni e sui costi dei veicoli elettrici. Questa situazione e’ durata fino ai giorni nostri e solo negli ultimi anni sono stati introdotti incentivi che hanno pemesso, insieme ai crescenti vincoli alla circolazione veicolare nei centri storici, vincoli a cui, come e’ noto, non sottostanno i veicoli elettrici, una prima ancora timida comparsa dei veicoli elettrici nelle nostre città. In sintesi, a causa prevalentemente della produzione ancora di tipo artigianale ed in piccola serie, non è stato ancora possibile abbattere i costi dei veicoli elettrici fino a renderli concorrenziali con analoghi veicoli tradizionali.

In pratica il mercato è risultato limitato agli enti pubblici ed a pochi privati che hanno necessita’ di trasporto all’interno delle aree dei centri urbani interdette al traffico veicolare. A questi si aggiungono ovviamente i cittadini dotati di particolare sensibilità verso le tematiche ecologiche.
Nell’insieme tuttavia questo bacino d’utenza e’ risultato finora troppo limitato per creare un vero e proprio mercato dei veicoli elettrici nel nostro paese.
A tutt’oggi in italia ci sono circa trentamila veicoli elettrici, considerando tutti i veicoli targati, per trasporto persone, promiscui e merci..

La nostra proposta è nata dal confronto fra la vetturetta cittadina per eccellenza, ovvero la mitica Fiat 500 ed una delle moderne vetturette elettriche a disposizione per gli utenti di un parcheggio cittadino. Il Cinquino ne usciva vincente per “ confort” (virgolette d’obbligo) prestazioni e simpatia. Ma ormai, come e’ noto il suo utilizzo quotidiano e’ praticamente impossibile, a causa dei sempre piu’ frequenti e sistematici blocchi del traffico.
E’ stato semplice pensare alla possibilità di un retrofit elettrico che lo portasse a nuova vita. Lungi dall’ essere tecnicamente complessa la trasformazione è estremamente semplice, economica ed efficace, con prestazioni risultanti del tutto paragonabili a quelle dell’originale col motore a scoppio ed in linea o superiore con le altre vetturette elettriche disponibili sul nostro mercato.

Il tutto ad un prezzo finale per l’utente che potrebbe essere solo una frazione di quello delle vetturette elettriche nuove disponibili sul mercato. In effetti il panorama dei veicoli elettrici attualmente disponibili sul mercato, oltre a costi elevati (mediamente oltre 10.000 euro per una “vetturetta” elettrica) offre veicoli con caratteristiche di confort, prestazioni e sicurezza uguali o inferiori a quelle della Fiat 500.

Con il retrofit del cinquino, data la prorompente simpatia dell'iniziativa, si aprirebbe la strada alla messa in commercio di retrofit elettrici per le altre vecchie ed amatissime “carrette” ancora circolanti, creando infine quella massa critica di veicoli elettrici circolanti che ancora manca per la nascita di un comparto industriale italiano del settore. Per capire i numeri in gioco, basterebbe che il 10% dei 250.000 cinquini ancora circolanti fosse convertito in veicolo elettrico perché si raddoppiasse il numero di autoveicoli elettrici circolanti sulle nostre strade.
Il cinquino potrebbe essere, chissà, per la seconda volta alla base della motorizzazione di massa degli italiani, questa volta elettrica.

In sintesi:

L’unico vincolo alla diffusione dei retrofit elettrici per le autovetture precedenti al 1993 è costituito dalla faraginosità della normativa italiana che obbliga ad una nuova immatricolazione come esemplare unico (prototipo) rendendo lunga complicata e di dubbio successo l’operazione, data la difficolta che incontrano i vecchi veicoli nella omologazione secondo gli standard attuali.

Oltretutto, caratteristica solo italiana, qualora si sostituisca in blocco il propulsore, è necessario ottenere ai sensi del DPR 16 dicembre 1992, n. 495, una autorizzazione preventiva da parte del costruttore del veicolo; tale autorizzazione può essere negata, come di fatto avviene, per motivi diversi da quelli puramente tecnici, impedendo in pratica le modifiche.

Il 16 Febbraio 2007 è cominciata la discussione in Parlamento del nuovo Decreto Bersani che prevede, tra le altre liberalizzazioni anche una notevolissima semplificazione delle procedure tecniche burocratiche ed autorizzative relativa alle modifiche apportate a veicoli già circolanti (1).
Tali modifiche però vanno nel senso di favorire modifiche finalizzate ad ottenere prestazioni genericamente “ superiori” del veicolo, mediante la semplice redazione di una relazione tecnica che, si legge testualmente:

“...deve certificare che le caratteristiche tecniche e funzionali dei componenti sono equivalenti o superiori a quelle originarie in dotazione al veicolo nel rispetto della sicurezza attiva e passiva del veicolo stesso”.

Riteniamo che nell’interesse dei cittadini e dell’ambiente sia assolutamente necessario correggere questa voce sostituendola con la seguente:

“...le caratteristiche delle emissioni e del consumo del veicolo trasformato, nonché quelle tecniche e funzionali devono essere tali da garantire prestazioni analoghe o superiori di quelle del veicolo non modificato, essendo tollerata una diminuzione di prestazioni a fronte dell’annullamento delle emissioni in seguito alla sostituzione del gruppo propulsore con motori che non emettano gas tossici, nocivi o altre sostanze inquinanti”

Altrimenti proprio le trasformazioni più urgenti utili e necessarie, come quella che vedete qui, saranno rese nuovamente impossibili, con grande dispendio di risorse e perdendo l’occasione per la nascita di un intero settore industriale.

Inoltre riteniamo opportuno che venga anche aggiunto un paragrafo dove si ribadisce che le facilitazioni fiscali, i rimborsi e le esenzioni che sono riconosciute a particolari tipologie di veicoli in virtu’ del loro limitato impatto sull’ambiente vadano riconosciute anche ai veicoli esistenti e trasformati in modo da ricadere in dette tipologie.

Nel caso specifico chiediamo che le facilitazioni, le esenzioni ed i rimborsi riconosciuti ai veicoli elettrici vengano riconosciuti anche ai veicoli esistenti trasformati in elettrici; in questo caso infattti non solo si introduce in circolazione un veicolo senza emissioni ma si elimina contemporaneamente un mezzo altamente inquinante.

Credendo fortemente alla forza dell’esempio abbiamo realizzato, a nostre spese un prototipo di cinquino elettrico, sperando che questa idea, oltre che un po’ di simpatia, potesse ottenere l’interesse di chi è chiamato a disporre del nostro futuro.

Firenze 19/05/2007

Pietro Cambi, Presidente di Eurozev (2)


(1)Per il testo originale del decreto presentato alle camere: http://www.camera.it/_dati/lavori/schedela/apriTelecomando_wai.asp?codice=15PDL0022170

(2) EUROZEV è una organizzazione non a fine di lucro che pratica e promuove la progettazione, la realizzazione, il collaudo e lo sviluppo del retrofit elettrico dei veicoli esistenti ed in particolar modo dei più antiquati ed inquinanti (euro zero). I veicoli che non hanno emissioni sono anche noti con l’acronimo ZEV (Zero Emission Vehicles) . Da questo ha preso spunto il nome dell’associazione.

L'intervento di Pietro Cambi al congresso nazionale del partito radicale il 3 di novembre 2007 dove spiega Eurozev ai delegati.

Per vedere il risultato della nostra proposta: Il dibattito sulla legge Bersani

Per leggere lo statuto dell'associazione: Statuto EURO-ZEV

Il Ricorso alla CEE per far abbattere la normativa italiana per la trasformazione dei veicoli. A cura di ing. Pier Luigi Gemini

Per leggere "I fratellini cattivi del SUV" di Pietro Cambi

Per leggere un interessante quadro di Eugenio Saraceno (ASPO ITALIA) sui trasporti in Italia.